(Firenze, 9 luglio 1770 – Rodi, 6 settembre 1829)
Conosciuto come uno dei più importanti botanici che hanno vissuto nel periodo compreso tra la fine del XVIII secolo e l’inizio del XIX secolo, ha acquisito una grande fama per i suoi viaggi e per gli importanti risultati scientifici ottenuti nello studio delle piante epatiche (muschi, briofite, pteridofite) e della flora brasiliana.
Nato a Firenze il 9 luglio 1770 da Stefano e Orsola Pandolfini, a causa delle scarse condizioni economiche, aggravate dalla morte del padre a soli sei anni, non poté seguire una routine regolare nel corso degli studi. Grazie al lavoro di fattorino in una farmacia, poté dedicare i momenti liberi dal lavoro alla sua precoce passione per la botanica, familiarizzando con le piante medicinali e avventurandosi nelle prime letture delle opere del famoso botanico Pietro Andrea Mattioli.
All’età di quindici anni conobbe Gaetano Savi, un giovane studente di medicina dell’Università di Pisa da poco tornato a Firenze per le vacanze estive, con il quale condivise la passione per la botanica; con Raddi nacque una profonda amicizia, destinata a durare per tutta la vita.
In quegli anni, l’incontro con Ottaviano Targioni Tozzetti, illustre professore di botanica all’Arcispedale di Firenze e all’Università di Pisa, fu decisivo per la continuità dei suoi studi e della sua formazione.
Grazie all’intercessione di Targioni Tozzetti, nel 1785 Giuseppe Raddi riuscì a entrare nel Regio Museo di Fisica e Storia Naturale di Firenze come assistente di Attilio Zuccagni, allora curatore dell’Orto Botanico.
Raddi lavorò come assistente per dieci anni finché nel 1795, su proposta dello stesso Zuccagni e di Targioni Tozzetti, fu assunto regolarmente al Museo con la qualifica di curatore delle collezioni e di pagatore.